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Be An Hero: Donna e Maratona!

#BeanHero Donna e Maratona: Roberta Gibb Boston 1966
Cosa vuoi fare? No, scusa, spiegami bene, correre? E che c’è di strano? Infilati un paio di leggings esci e vai a correre, perchè ti lamenti donna!

“No, non hai capito : IO VOGLIO CORRERE LA MARATONA!”

Ti consideravano troppo debole, si diceva infatti che una donna è incapace di sopportare uno sforzo così prolungato. Ma non ti sei mai arresa a quei luoghi comuni. Oramai avevi trovato il modo di allenarti senza farti vedere tanto: ti immergevi nei boschi intorno a Boston e liberavi gambe e cuore in uno dei modi più belli e antichi di esprimere se stessi, correre liberi in natura. E ti sentivi una donna diversa, più ricca dentro, più forte.

Ma la Maratona è La Sfida, quell’impresa che va oltre ogni sogno di runner anche tra i maschietti, figurarsi per una donna. Infatti quel richiamo è troppo forte per essere ignorato. Quel miraggio, misterioso e ben poco esplorato rinchiuso in 26.2 miglia non si sfuma, anzi. E il tuo coraggio diventa ancora più forte di fronte al rifiuto da parte degli organizzatori della Boston Marathon, quando ti hanno risposto che la competizione era aperta solo agli atleti maschi.

“Erano tempi allucinanti ma anche stimolanti, la guerra in Vietnam, Kennedy assassinato, i diritti civili calpestati e difesi. Ma di donne niente, nessuno ne parlava. Eravamo esseri umani di seconda mano” Roberta Gibb

Così hai preso un autobus e da San Diego, dopo 4 giorni di viaggio sei arrivata a Boston. TI sei attaccata al viso una barba finta, ti sei nascosta tra i cespugli e donna_maratona_volti-eroica15-18_the-joy-of-running_marathon_vittorio-veneto… …. …. poi Via!

E nonostante corressi con le scarpe di tuo fratello, hai superato la Heart Break Hill e con crampi e piedi sanguinanti sei arrivata all’arrivo in 3:21’.

Hai aperto una nuova Via e hai corso per molto di più che raggiungere un traguardo personale, hai corso per cambiare il modo di pensare della gente, anche di molte donne. In quel momento in America, la maggior parte delle donne, in America come altrove, aspettava, secondo te, che qualcuno le sposasse, non di trovare un occupazione e l’autonomia personale. Nel ’65 eri già in grado di  correre per 40 miglia senza mai fermarti. E ti chiedevi: “Perché mai non considerano le possibilità fisiche di una donna?”. Hai iniziato la tua rivoluzione chiedendo di partecipare alla Maratona di Boston. Ma ll direttore di gara, ti rispose con disprezzo affermando che una donna non saebbe mai stata capace di sopportare mentalmente 26 miglia. E poi si appellò alle regole, al regolamenteo di allora che impediva ad ogni donna di partecipare.

Tu invece hai pensato che quella fosse una ragione in più per cambiarle queste dannate regole. E così fu: nonostante tutto e tutti, sei partita e hai vinto la sfida, hai realizzato il Sogno.

 

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